Prima Guerra Mondiale

Lord Montgomery Falsworth, spia al servizio di Sua Maestà, combatte indossando un costume che riproduce i colori della bandiera nazionale: nasce la leggenda di Union Jack.

 

Seconda Guerra Mondiale

Lord Falsworth indossa nuovamente i panni di Union Jack per affrontare la minaccia nazista.

 

Durante uno scontro con il vampiro nazista noto come Barone Sangue Lord Falsworth perde l'uso delle gambe. L'onore, e l'onere, di indossare i panni di Union Jack per difendere la terra d'Albione passa a suo figlio: Brian.

 

Anno 1953

Brian Falsworth muore in un incidente d'auto.

 

Pochi anni fa

Joey Chapman, studente d'arte e figlio di un operaio dei dock di Londra, si trova a rivestire il ruolo vacante di Union Jack per aiutare Capitan America ad affrontare un redivivo Barone Sangue.

 

In seguito Joey viene toccato dal Pendragon, lo spirito della natura, lo stesso potere che dava vita alle eroiche gesta dei cavalieri della Tavola Rotonda. La terra è ferita dall'insensato comportamento dell'umanità, che continua a sfruttare senza remore le sue risorse, per questo l'entità nota come Cavaliere Verde ha scelto Union Jack ed altri perché in essi riviva lo spirito degli antichi cavalieri.

 

MARVELIT presenta:

#3 - FUOCHI NELLA NOTTE

Parte terza: Lasciami qui, lasciami stare, lasciami così

 

di Giuseppe Felici rossointoccabile su soggetto di Paolo Santucci

 

Ora.

Claire Duglas apre gli occhi. Accanto a lei, ancora addormentato Mike. Hanno appena fatto l’amore, dopo che lui è improvvisamente tornato nella sua vita.

Questo fatto le provoca, inevitabilmente forse, degli interrogativi, ma per il momento preferisce non pensarci. È felice come non lo era da tempo, come la droga, nella quale si era rifugiata per sfuggire a questa perdita non sapeva renderla. Cinge l’uomo col braccio, si accoccola contro il suo corpo e si lascia riprendere dal torpore.

 

Casa di Romany. Non molto tempo prima.

Il campanello suona insistentemente. Romany Wisdom apre la porta. Ha addosso un accappatoio, ma si nota che indossa ancora i pantaloni, segno che si stava ancora spogliando, quando è stata disturbata.

- Ah, sei tu? Che succede? Non puoi tornare dopo? –

- Preferirei di no, posso aspettarti qui, se vuoi fare una doccia. Meglio che passeggiare in giro. –

- Va bene . Entra. –

Joey Chapman attraversa la porta reprimendo a stento un’espressione scocciata.

La sua fidanzata (o ex fidanzata a seconda delle giornate) lo tratta sempre in maniera esageratamente rude, ma in questo momento ha tutt’altro per la testa e vorrebbe qualcuno con cui parlare dei suoi dubbi, piuttosto che essere trattato così.

- Ho solo bisogno di qualcuno con cui parlare. –

- Va bene, non fare quella faccia da funerale, pochi minuti e sono da te. –

Joey sente l’acqua scorrere sotto la doccia. Passeggia nervosamente per la stanza. Si dirige verso lo stereo, poi torna indietro. Va alla finestra. Torna allo stereo. L’acqua si ferma.

- Metto su un po’ di musica. –

- Fai pure, ma sono quasi pronta. –

Fa scorrere alcuni cd, cassette, poi la sua attenzione si ferma su un vinile.

Toglie il disco dalla custodia, con esagerata attenzione e l’appoggia sul piatto. La puntina si posa con un suono secco e parte un fruscio.

- Ma che romantico, cosa hai messo su? –

- Io… veramente… - biascica Joey, mentre si sentono i primi rintocchi della campana. La musica parte imponente e funerea allo stesso tempo.

- Ah ah ah. - Ridacchia Romany – A volte sei veramente uno stronzo, eppure poi torni ad essere un pulcino imbranato. – Il suo umore sembra migliorato – Sarà per questo che non riesco a scaricarti definitivamente. Su, dimmi di che vuoi parlare. Non preoccuparti della musica, i Black Sabbath piacciono anche a me; hai preso il disco fra i miei, ricordi? –

Joey si siede, guardando Romany, in tuta da ginnastica, con un asciugamano sui capelli. Per nulla diversa da qualsiasi ragazza della sua età e non particolarmente attraente in quell’abbigliamento.

Irresistibile al punto che fatica a distogliere lo sguardo per Joey.

- Bene, è cominciata quando hanno bussato alla porta… -

 

Dimensione oscura.

Brian Braddock guarda la moglie, Meggan.

Hanno da poco scoperto le vere origini mistiche di lei, che ora è sul trono come reggente di quel reame.

Il ruolo del principe consorte non gli pesa, ne ha, come molti suoi amici americani, problemi con la monarchia. In fondo è anche lui un Pari del regno, oltre che componente di una sorta di polizia inter-dimensionale che fa capo a un regno più ampio. Ma questa è un’altra storia.

Quello che non si sarebbe mai aspettato, ai tempi della Thames University, prima dell’attacco di Joshua Stragg, era di vagare per innumerevoli mondi, di conoscere un essere magico giunto dalla dimensione delle Faltine e di sposarla. Apprezza questi pochi giorni di pace, l’inferno è passato sulla Terra, un inferno nuovo eppure gia conosciuto e loro l’hanno combattuto, assieme ai loro amici, prima di tornare a questo mondo. A questo tranquillo tran tran.

- Ma per quando può durare?

Questo pensiero non fa in tempo a morire nella sua mente che una distorsione brillante si forma nell’aria.

Le guardie si allertano immediatamente, stendendo le loro armi, che sembrano lance e che invece sono qualcosa che in termini terrestri non è neppure definibile, ed altre ne entrano, richiamate da sensi che un umano può a malapena concepire. La barriera tra i mondi si sta rompendo di fronte a loro.

Dal varco esce una donna avvolta in una guaina bianca, rossa e blu. – Scusate se arrivo senza farmi annunciare, ma c’è bisogno di te, Capitan Bretagna di Terra 616 e non è stato facile trovarti. –

- In qualche modo stavo pensando proprio a te, Linda. Non ci crederai. Che succede?–

- Brian, col lavoro che facciamo c’è ancora qualcosa a cui non credi? Non so cosa accade, Roma ci ha inviati alla ricerca di tutti coloro che potevamo trovare. Ti porto ad Altromondo a prendere un congegno di salto, poi dovrai partire anche tu alla ricerca di alleati. Ci ha solo detto che abbiamo pochi giorni, sai com’è fatta. –

- Maledettamente bene, purtroppo. – I suoi occhi si muovono ad incontrare quelli della moglie.

- Vai, fai quel che devi. Ma torna a prendermi, sarò con te non appena passati i poteri ad un reggente momentaneo. –

- Ma, mia signora… -

Meggan si rivolge al gran ciambellano. – Seguirò l’uomo che amo. Non accetto discussioni. Immaginavo che lei potesse capirmi. –

- Come ordini, mia signora. –

Meggan scende i pochi scalini che la separano da Brian. Lo abbraccia e lo bacia. – Vai, ora. –

- A presto, mia amata. – Lui si scioglie, riluttante, dall’abbraccio di lei e si avvia verso Capitan UK. Le prende la mano. – Andiamo. – Ed iniziano a scomparire.

 

Casa di Joey

Claire sta infastidendo Mike già da qualche minuto. Lui vorrebbe continuare a dormire. Il buio della stanza, nella quale non filtra quasi per nulla la luce del sole, facilita la cosa. Claire fa per alzarsi, per aprire le finestre. Poi ci ripensa. – Niente di così traumatico, amore mio. Ma non te la caverai con così poco. – E torna ad infastidirlo, lo bacia, lo accarezza. Ci sono molte cose di cui devono discutere. Ma non ora. Il suo ritorno potrebbe non aver risolto nulla, riguardo al loro rapporto, ma lei non vuol pensarci ora. Ora vuole assaporare i sui baci e le sue carezze. Ci sarà tempo dopo, per parlare.

 

Casa di Romany

- … quindi capisci? Non so come dirglielo. Lei sembra così persa per lui. Ho pensato che magari tu potessi darmi un consiglio. –

- Secondo me dai troppo peso alla cosa. Malgrado le apparenze Claire non è del tutto una sprovveduta. Non più. Non dopo quello che ha passato. Comunque se insisti mi vesto e andiamo a parlarle. Resta qua. –

Si dirige verso la sua camera. – Non voglio che ti vesta. – Ma non dice nulla.

Dopo pochi istanti dalla stanza giunge un urlo.

Joey scavalca il divano con un salto e si precipita immediatamente nella stanza.

Davanti a lui Romany, con indosso solo le mutandine si tiene un dito in bocca. Il reggiseno è in terra.

Lo guarda con un sorriso. – Mi sono solo rotta un’unghia, cavalier servente. Non sono una damigella indifesa bisognosa d’aiuto. –

Muove un paio di passi verso di lui e lo bacia.

- Forse sei tu, ad aver bisogno d’aiuto, non Claire. –

- Ma… - - Non preoccuparti, non ti mordo. – Inizia a slacciargli la camicia. – Sfogarsi un po’ non farà male a quella ragazza, così come non lo farà a noi. –

 

Casa di Joey

- Dobbiamo parlare, Mike. Sono stata a pezzi a causa del fatto che mi hai lasciata. E non mi sono ancora ripresa del tutto. Malgrado il fatto che sia felicissima di averti rivisto, di questa giornata, non uscirai di qui senza dirmi cosa è successo e perché mi hai piantato così su due piedi. E perché sei tornato. Se è per questo. –

- Non saprei da dove iniziare. Non nego di essere stato felice, qui, oggi, con te. Eppure le ragioni della nostra separazione sono ancora valide. Forse sarebbe stato meglio per te non avermi mai conosciuto, ti ho fatto molto male e continuerò a fartene. Ho degli obblighi ai quali non posso sottrarmi, non so come farlo… e probabilmente non voglio. –

Quando, pochi istanti dopo Joey Chapman e Romany Wisdom entrano in casa restano sconvolti dallo spettacolo che si para davanti ai loro occhi. Mike e Claire abbracciati, seminudi e i denti affilati del vampiro affondati nel collo della ragazza.

 

continua...

 

Sconvolti?

Questa è più o meno la trama che mi aveva lasciato Paolo. Non so se ho rispettato l’andamento che avrebbe dato lui alla storia. Io, in più ho aggiunto la scena con Brian, Linda e Meggan, come gustoso assaggio di ciò che ci attende tra qualche numero.